“LA REPUBBLICA” e “LA STAMPA”: AVREBBERO PREFERITO ANDARE IN FALLIMENTO DA SOLI (Le notizie sulla morte della libertà di stampa sono state grandemente esagerate. Perché, per morire, una cosa deve prima aver vissuto)
Che gran dispiacere per la vicenda Repubblica e La Stampa. Avrebbero preferito andare in fallimento, da soli, con la farina del loro sacco. Correvan spediti verso quel traguardo, eh. E invece…peccato.
Si svegliano tutti preoccupati, “oh no, il nuovo padrone!”. E prima, sotto i vecchi padroni, che facevate? Facevate la morale al popolo col ditino sporco d’inchiostro di chi vi pagava! Ora arriva l’armatore greco col principe saudita in regalo e voi tremate?
“La democrazia in pericolo”. Non eravate certo voi a proteggerla. L’unica linea editoriale che hanno sempre salvaguardato è stata quella del conto in banca. Ora che il conto in banca cambia di nome, si scoprono patrioti della libertà di stampa.
La “linea editoriale”, la “qualità della nostra democrazia”? Parole vuote! L’unica linea è il profitto. L’unica democrazia è quella degli azionisti. E qui abbiamo il pieno! John Elkann vende a Theodore Kyriakou, che ha come socio Mohammed Bin Salman (quello che lavora al circo e mette nella valigia le persone), che ha ricevuto Giorgia Meloni, che è amico di Matteo Renzi, che sceglie il direttore che per due soldi il mio padrone comprò.
John Elkann si annoia del giochetto, lo vende a Theodore Kyriakou, il cui amico, Mohammed bin Salman, ha molti soldi e qualche storia da cv sulla decapitazione di giornalisti scomodi che lo infastidiscono.
Le notizie sulla morte della libertà di stampa sono state grandemente esagerate. Perché, per morire, una cosa deve prima aver vissuto. Un’operazione che lega un giornale di “sinistra” (ah! ah!! ah!!!) a un principe saudita attraverso un armatore greco e un mediatore toscano, e tutti parlano di “salvaguardia della linea editoriale”.
Quel che vediamo è il più antico spettacolo del mondo: il passaggio di un feudo da un signorotto a un altro.
I vassalli -scusate, i giornalisti- giurano fedeltà al nuovo vessillo.
Gli araldi -scusate, i direttori- cambiano il tono dei proclami.
I sudditi -scusate, i lettori- continuano a pagare il tributo e a credere che il colore dello stendardo cambi la sostanza della servitù. È un affare. Sempre lo è stato. L’unica differenza è che una volta i baroni si chiamavano Agnelli, oggi si chiamano Kyriakou. Il principe è sempre quello. Nel frattempo, lo scudiero Renzi, gongola e sogna di pilotare i giornali.
(A. Battantier, Italien Néandertalien, Mip Lab, 12/25)
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