Caffè Italia

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Caffé italia è la community dove poter parlar di tutto quello che non ha una community specifica in feddit.it

founded 2 years ago
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Stavolta il post è lungo. E' il brutto di lavorare a turni: il tempo per scrivere, se vuoi, si trova.

Ciò che sta accadendo tra #Israele ed #Iran ci porta sempre più vicino al punto di non ritorno. Forse per questo mi sono dilungato.

Abbiate pazienza. ___

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Se non riesci a concentrarti su cose serie per più di mezz'ora, è tempo di un post cazzaro. Può anche non riuscire. Tanto, sul #Blog, chi ti scova?

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€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#6giugno 1861 muore a #Torino Camillo Benso conte di #Cavour, politico italiano del Risorgimento 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2010/_commemorativo.htm
#Italia #2euro @caffeitalia @news @ItalianNews

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Venerdì 30 ho comprato un oggetto del valore di 18 euro su un sito terzo (non Amazon).

Sabato 31 alle 8 di sera mi arriva una email "spedito con Amazon shipping".

Domenica 1 mi arriva una email "il tuo ordine è in consegna" subito alle 9 di mattina

Mi ha fatto pensare parecchio

  1. Non c'era alcun bisogno di tenere gente alle 8 di sera di un sabato a spedire pacchi, specie prima di un weekend lungo 31-1-2 giugno che è perfetto per andare al mare

  2. La consegna la domenica mattina??????? Ho messo l'indirizzo di lavoro (palese che fosse una azienda) e quale azienda è aperta la domenica, non che meno una domenica a cavallo del ponte perfetto??

  3. Hanno tenuto uno in catena di imballaggio fino a un'ora improponibile il sabato, e un altro a consegnare la domenica mattina un pacco che comunque non solo non era consegnabile fino al 3 giugno, ma non era nemmeno urgente. E tutti quelli nel magazzino che rimettono sullo scaffale i pacchi non consegnati. Poteva benissimo essere imballato il 3 giugno e consegnato il 4 giugno. Che senso ha pagare qualcuno la domenica (con uno stipendio più alto del normale, giusto?) per fare andirivieni con un pacco?

  4. Questa mania che la spedizione deve essere sempre gratuita anche se si tratta di una penna BIC da 50 cent consegnata a mano ad Anacapri in una casa remota raggiungibile solo a piedi facendo 500 scalini in salita. I siti terzi per offrirla "gratuita" (cioè: comunque la pagano includendola nel prezzo) si devono rivolgere al loro principale concorrente per consegnare gli ordini perché altrimenti su 18 euro non c'è margine.

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Trovare persone vere nel Fediverso può sembrare complicato? In realtà è meno difficile di quanto sembri.

Segnalo questo post https://livellosegreto.it/@max@poliverso.org/114621655478229138 in cui @max si lamentava dello scarso numero di interazioni che riceveva.

È vero che all'inizio non è facile trovare nuove interazioni, ma questo post e le diverse risposte mi hanno dato spunti molto interessanti e soprattutto mi hanno fatto scoprire persone che non seguivo.

Persone reali che rispondono e interagiscono

@caffeitalia

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www.associazioneitalianaprepper.it

https://t.me/AIP_Prepper_Access

Ci starebbe anche un canale qua su feddit

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IPZS 🇮🇹 #5euro argento Serie Canzoni Italiane – Il Cielo di Renato Zero
https://eurocollezione.altervista.org/Blog/IPZS/IPZS/_20.htm
#RenatoZero @caffeitalia @news @ItalianNews

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submitted 3 weeks ago* (last edited 3 weeks ago) by Massy@feddit.it to c/caffeitalia@feddit.it
 
 

C’è un’Italia reale e un’Italia immaginaria. La prima è fatta di dati, contraddizioni e complessità. La seconda è un collage di frasi fatte, immagini rassicuranti e stereotipi ripetuti all’infinito: «Gli italiani sono mammoni», «Qui la burocrazia uccide», «Siamo il paese più bello del mondo». Ma come nascono questi cliché? E, soprattutto, perché resistono nonostante la realtà li smentisca giorno dopo giorno? I luoghi comuni non spuntano dal nulla. Sono il prodotto di una fabbrica invisibile che lavora a pieno ritmo, alimentata da tre macchinari principali: la narrazione turistica, la retorica politica e l’autorappresentazione culturale. L’Italia viene venduta come una cartolina vivente: pizza, mandolini e tramonti sulla laguna. Peccato che il paese sia anche distretti industriali in crisi, periferie dormitorio e un PIL che arranca tra stagnazione e precarietà. Ma ai visitatori (e al mercato) serve la favola, non la realtà. Raccontare l’Italia autentica richiederebbe un impegno che rischierebbe di infrangere l’incanto: e così, meglio il sole che bacia i colli toscani che il degrado di certe stazioni del Sud. I leader, da parte loro, trasformano i cliché in armi retoriche. «Noi italiani siamo così» diventa un mantra comodo, una giustificazione automatica per ogni inefficienza («è il nostro DNA») o un’autocelebrazione strategica («siamo unici», «facciamo cose incredibili con poco»). E mentre si intona l’inno all’italianità, i problemi strutturali – corruzione sistemica, servizi pubblici discontinui, diseguaglianze territoriali – restano lì, immobili, come un fondale che nessuno vuole realmente affrontare. Anche gli italiani, dal canto loro, adorano raccontarsi attraverso stereotipi. È più rassicurante definirsi «geni creativi ma indisciplinati» che guardare in faccia il declino industriale, la fuga dei cervelli, l’analfabetismo funzionale che colpisce milioni di adulti. I luoghi comuni funzionano come scudi psicologici: proteggono l’identità da minacce esterne, ma anche da un confronto interno troppo faticoso. Se dici «all’estero non hanno il nostro gusto», trasformi una piccola verità (la tradizione culinaria italiana) in una barriera contro l’innovazione o la contaminazione. È un meccanismo di difesa che, però, si trasforma spesso in un boomerang. Il mito del «made in Italy intoccabile», ad esempio, ha rallentato l’evoluzione di settori come la moda o il design, dove oggi inseguiamo e non guidiamo, superati dalla Francia, dalla Corea, dalla Cina. Lo stesso vale per il familismo amorale, celebrato come forma di solidarietà intima, ma che spesso cela un sistema che soffoca il merito e alimenta reti di favori e raccomandazioni. Dietro l’orgoglio di «aiutare prima i parenti» si cela un disegno sociale che esclude chi non ha agganci e accentua la disuguaglianza. Persino l’autoironia italiana, così brillante e celebrata, diventa un alibi per l’immobilismo: dire che «siamo un popolo di santi, poeti e navigatori… e di evasori» serve più a ridere che a cambiare davvero. Usare i cliché senza esserne vittime richiede consapevolezza. Bisogna saperli riconoscere, destrutturarli, osservarli da vicino come si osserva un vecchio giocattolo rotto. Quella frase che inizia con «Noi italiani siamo…» è quasi sempre una bandiera rossa: una spia che ci segnala che stiamo entrando in territorio mitico, non analitico. Poi dobbiamo chiederci: “È ancora vero?” Nel 1950 l’Italia era rurale, patriarcale, fondata sul lavoro manuale e sul culto della famiglia. Oggi il 70% degli italiani vive in città, le donne lavorano, le famiglie si restringono, eppure il cliché del «paese della mammà» continua a resistere, come se il tempo non fosse mai passato. Gli stereotipi non spariranno. Sono troppo comodi, troppo utili. Semplificano il mondo, creano identità, vendono prodotti, alimentano campagne pubblicitarie e discorsi pubblici. Ma possiamo smettere di crederci ciecamente. Possiamo imparare a usarli come si usano gli specchi deformanti: non per guardarci davvero, ma per divertirci un attimo e poi tornare alla realtà. L’Italia vera è altrove. Non nelle cartoline, ma nelle sue contraddizioni. È nel pendolare che si alza alle cinque del mattino e nei giovani che lavorano in remoto per aziende straniere perché qui nessuno li assume. È nella bellezza che sopravvive al degrado e nella voglia di riscatto che convive con la rassegnazione. È nei suoi paradossi, nel suo caos fecondo, nelle sue ferite e nella sua capacità di reinventarsi. E forse, è proprio lì che si nasconde la sua vera unicità. Non nella favola che raccontiamo al mondo – e a noi stessi – ma nella realtà che continuiamo, ostinatamente, a evitare. Il luogo comune è come il caffè della stazione: sa di poco, ma a volte è l’unica cosa che ci tiene svegli nel viaggio. Basta non scambiarlo per un buon espresso.

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Una parte dell'Italia fa spallucce quando si tratta del lavoro degli altri. Loro stanno a posto e va bene così.

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€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#22maggio 1873 muore a #Milano Alessandro Manzoni, scrittore, poeta e drammaturgo italiano 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2023/_commemorativo/_Manzoni.htm
#Italia #AlessandroManzoni @caffeitalia @news @ItalianNews

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Una riflessione sui #socialmedia zeppi della nostra autoreferenzialità.

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Mi scuso per il tema pesante.

Credo sia uno di quei casi-limite che possono mettere alla prova le nostre opinioni sui temi etici.

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Se innocente, quel disprezzo forse potrebbe essere per la domanda che ha ricevuto?

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Il mio rapporto con la "nera" continua a essere problematico

Quasi diciotto anni fa, mi trovai ad avere una conversazione telefonica con un imprenditore per verificare una collaborazione tra la sua azienda e quella per cui stavo lavorando.

A un certo punto chiesi dove si trovasse la sede operativa dell'azienda e l'imprenditore mi disse, quasi sottovoce, il nome della località, ammutolendosi subito dopo.

Dopo qualche attimo dissi qualcosa come "pronto?" pensando che la conversazione si fosse interrotta, ma la linea non era ancora caduta e il mio interlocutore, e poiché non avevo capito bene il nome di quella località, lui me lo ripeté due o tre volte, aggiungendo di volta in volta brandelli di frasi come "eh, sì…", "avrà sentito".

Mi sono trovato un po' in imbarazzo pensando che la località fosse famosa per questioni inerenti il mercato del nostro settore, e mi scusai per non avere minimamente idea di cosa ci fosse di tanto speciale in quella località che, già dal punto di vista geografico, sapevo trovarsi in quella parte di pianura padana in cui la Lombardia supera le paludi del Ticino per insinuarsi in quello che resta del Triangolo Industriale…

"Ah, beh… sa. L'omicidio della ragazza… Le televisioni. Avrà sentito, no?" e io che rispondevo "Ah, sì… Giusto: non avevo collegato!", perché rispondere "No guardi, Lei neanche può immaginare cosa cazzo me ne frega a me della cronaca nera…" pareva poco urbano. La "nera" è da sempre il tipo di cronaca per cui nutro il minor interesse, addirittura meno rispetto al gossip, alle notizie di cronaca locale e alle gare di barca a vela.

Non sono una persona sensibile o impressionabile, la morte non mi impressiona particolarmente e talvolta apprezzo anche la visione di film o serie TV su serial killer, crimini violenti, cold case e tutto quel genere che va dai capolavori come Il Silenzio degli Innocenti o la divertentissima serie Dexter, alle produzioni seriali e sempre uguali a sé stesse di Bruno Heller o di Dick Wolf, che ormai in casa chiamiamo affettuosamente Cazzolupo. Come se non bastasse sono anche interessato alle modalità che le foze dell'ordine adottano durante le loro indagini. Ma la cronaca nera, anche no, grazie! Anche perché, a quanto ho potuto capire, i grandi casi di cronaca nera non sono proprio casi di condotta ineccepibile da parte degli investigatori...

Tuttavia, grazie a quella conversazione, Garlasco divenne una delle poche parole che io riesca a ricordare e a collegare a quella gigantesca discarica di parole che promana dai casi di cronaca nera; una delle poche fare compagnia a "Rosa e Olindo", allo "Zio Michele" e alla sua "Avetrana", unico altro toponimo "nero" di cui abbia memoria.

Negli scorsi giorni ho sentito di nuovo il nome di Garlasco e di alcune surreali code di indagine che si sarebbero sviluppate e ho ripensato al fatto che ci sono cose per cui non sono ancora cambiato:

  1. la cronaca nera continua a non fregarmi un cazzo
  2. continuo a non capire per quale motivo le persone intorno a me siano così morbosamente interessate a queste notizie.

E mentre pensavo al fatto che questi casi fossero "roba da vecchi", ho scoperto solo due giorni fa che una delle youtuber più seguite dai ragazzini italiani è una specie di chiaraferragni -ma più odiosa- che racconta, con faccina ammiccante e un molesto abuso di anglismi, le storie dei serial killer più famosi (lei li chiama "serial" non so se per sopraggiunta confidenza o per evitare demonetizzazioni).

Comunque sia, il fatto che ragazzini e ragazzine in età scolare seguano una youtuber che parla di crimini efferati è un fenomeno che non riesco a comprendere e a inquadrare, ma che lo considererò esso stesso un sottoinsieme della "cronaca nera". Credo quindi che quello dello "sticazzi" sia l'approccio più sereno che potrò adottare.

@caffeitalia

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#ITALIA 🇮🇹 #2euro commemorativo "Giro del mondo della nave scuola Amerigo Vespucci 2023-2025"
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2025/_commemorativo/_Vespucci.htm
- Tiratura 3.000.000
Circolanti 2.977.500
Divisionale FS 2.500
Coincard FDC 10.000
Cofanetto FS 10.000
- Emissione #9maggio
#AmerigoVespucci @caffeitalia @news @ItalianNews

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€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#6maggio 1952 muore a #Noordwijk Maria Montessori, educatrice, pedagogista, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2020/_commemorativo/_Montessori.htm
#Italia #MariaMontessori @caffeitalia @news @ItalianNews

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Blockchain vs crypto mining

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€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#2maggio 1519 muore a #Amboise Leonardo da Vinci, ingegnere, pittore, scultore, scrittore e scienziato italiano 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2019/_commemorativo/_Vinci.htm
#Italia #LeonardoDaVinci @caffeitalia @news @ItalianNews

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Ogni anno sono molto irritato dalle campagne pubblicitarie della Chiesa Cattolica, da cui sembra che la CEI usi l'otto per mille principalmente per opere di carità.

Se andate a guardare l'ultimo rendiconto disponibile (non dissimile dai precedenti), vedrete che nel 2023 su circa 1 miliardo di dotazione appena 243 milioni sono finiti in "interventi caritativi della collettività nazionale o di sviluppo dei popoli" (il rendiconto è redatto dalla stessa CEI, quindi state certi che le spese sono classificate in modo da farle fare la miglior figura possibile).

Se 1 miliardo vi sembrasse tanto, considerate che la cifra NON comprende i numerosi aiuti e le numerosissime esenzioni di cui, a vario titolo, godono gli edifici o le attività riconducibili alla Chiesa e che raramente sono a sostegno di opere di carità (eg. pensate che i restauri delle chiese li paghino i vescovi?).

https://rendiconto8xmille.chiesacattolica.it/rendiconto-di-esercizio/un-processo-in-divenire.html#02

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€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#22aprile 1909 nasce a #Torino Rita Levi-Montalcini, premio nobel per la medicina nel 1986 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2024/_commemorativo/_Montalcini.htm
#Italia #2euro @caffeitalia @news @ItalianNews @europesays @walknews @byteseu @glnews_mirror @fucinafibonacci @csseo

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