Trames

joined 3 years ago
[–] Trames@poliversity.it 1 points 1 week ago* (last edited 1 week ago)

@politica @torino Riassumendo: secondo i Subsonica, lo sgombero di Askatasuna è una punizione alla città per la presa di posizione contro l'espulsione dell'imam Shanin.

1
Da Rolling Stone. (poliversity.it)
submitted 1 week ago* (last edited 1 week ago) by Trames@poliversity.it to c/politica@feddit.it
 

Da Rolling Stone.

Subsonica: a Torino percepita «una pesante intrusione militarizzata motivata dallo sgombero di Askatasuna»

Una cosa è l’ordine pubblico, un’altra la desertificazione sociale. L’anima complicata della città. «Chi tenta di applicare qui regole che altrove sembrano offrire facili risultati, resta con niente in mano»

«Ogni città ha una sua magia impenetrabile, che si rivela attraverso l’arcano di apparenti contraddizioni». Inizia così il post dei Subsonica sulla «complicata anima di Torino».

«Torino nel suo umore profondo, sta reagendo infastidita a quella che viene percepita, ogni giorno di più, come una pesante intrusione militarizzata motivata dallo sgombero di Askatasuna», scrivono i Subsonica.

Questa città non tollera vedere sfregiati i suoi simboli.

Non è mai una città allineata: non è stata fascista: Mussolini la chiamava “la porca città”. Non è stata biologicamente democristiana, comunista, craxiana, leghista, berlusconiana ma nemmeno moderata, perché sempre attraversata da tensioni profonde».

«Reagisce alla montatura mediatica sull’Imam Shanin, con il tono di chi rifiuta le sciatte e triviali dinamiche che regolano oggi il dibattito d’opinione in Italia. Si mobilità quando si sente violata, ma non si lascia semplificare da uno slogan. È un luogo difficile da capire e anche da amare. Ma tutti coloro che pensano di applicare qui, forzatamente, regole di funzionamento che altrove sembrano offrire facili risultati… restano con niente in mano. Senza mai capire perché».

Dopo lo sgombero di Askatasuna, Casacci aveva scritto:

«Vanchiglia si è svegliata militarizzata, con strade bloccate, due scuole chiuse e una colonna di camionette che doppiavano per numero le sei persone presenti all’interno della palazzina di Askatasuna.

Al momento sulla questione si stanno leggendo diverse cose, in alcuni casi anche note ufficiali, che sfidano l’esame di realtà».

«Ciò che è evidente, è che oggi abbiamo assistito ad una esibizione di forza repressiva sulla quale alcuni esponenti della destra nazionale e locale hanno già fieramente messo il cappello. Peccato che per farlo abbiano dovuto forzare i fatti a beneficio di narrativa.

Non esiste una relazione diretta tra lo sgombero, la blindatura dei (al momento) due piani superiori dell’edificio, e una “ferma risposta” a recenti episodi violenti, tra cui l’irruzione nella sede della Stampa, su cui sono in corso indagini».

«È vero che nella stessa giornata sono state fatte perquisizioni presso abitazioni di attivisti e sedi di collettivi, ma la revoca del patto di collaborazione per restituire Askatasuna al quartiere in forma di spazio sociale, aggregativo e culturale imposta dalla Prefettura (che di fatto scavalca Consiglio comunale e Giunta), è un’azione differente, che si aggrappa a ordinanze e cavilli tesi a boicottare il progetto della trasformazione dello stabile in “Bene comune”.

Quello che non passa inosservato è che per ordine del Ministero, in questi giorni, è stato rimosso un Questore. Quello che su diverse questioni legate a cittadini stranieri, si era mostrato molto dialogante. Evidentemente troppo.

Non passa nemmeno inosservato che a pochi giorni dalla liberazione dell’Imam Shanin, contro la cui espulsione la società civile torinese aveva preso una posizione molto netta, arriva in città questa prova muscolare spacciata per azione securitaria, ma che nel tentativo di rimuovere uno spazio di contatto tra luoghi e momenti di dissenso e cittadinanza, diventa uno strumento per alimentare rigidità e tensioni».

«Quello che auspico, anche a nome di una comunità musicale che contro la chiusura dello spazio di Aska si è espressa in modo molto netto, è che la Città non si lasci forzare la mano da chi non vede grosse differenze tra ordine pubblico e desertificazione sociale».

L'articolo completo si può leggere qui: https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/subsonica-a-torino-percepita-una-pesante-intrusione-militarizzata-motivata-dallo-sgombero-di-askatasuna/1014766/.

@politica @torino #askatasuna #subsonica

 

Nella lingua basca la parola askatasuna significa libertà.
Che si sia d'accordo o no con le iniziative politiche del movimento Askatasuna, è senza dubbio una iniziativa miope lo sgombero di un centro sociale che ha animato una struttura abbandonata rendendola per quasi trent'anni un punto di riferimento per la città di Torino. Al suo interno si sono svolti concerti, iniziative culturali e campagne di solidarietà.

@politica @torino
#askatasuna @piazzabronson

[–] Trames@poliversity.it 2 points 1 week ago

@macfranc
Grazie per averci fornito questo strumento così potente! Ora dovremo utilizzarlo il più possibile affinché se ne diffonda la conoscenza e una tale opportunità venga sfruttata da tutti.

@fediverso

1
submitted 1 week ago* (last edited 1 week ago) by Trames@poliversity.it to c/politica@feddit.it
 

Da The Post Internazionale.

“Le Big Tech sono una minaccia per la democrazia”: intervista al prof. Juan De Martin

“Negli ultimi 30 anni i governanti europei hanno rinunciato a controllare le reti chiave per la gestione delle informazioni. Le hanno lasciate in mano ai giganti digitali Usa. Così l’Europa ha perso la sua indipendenza”

Dal 23 al 25 gennaio il Palazzo Ducale di Genova ospiterà “Democrazia alla prova”, una tre giorni di dibattiti organizzata dal Forum Disuguaglianze e Diversità e dal Palazzo Ducale e curata in particolare dall’ex ministro Fabrizio Barca (co-coordinatore del Forum) e dall’intellettuale genovese Luca Borzani.

Al centro dell’evento c’è un interrogativo: in un’epoca segnata da trasformazione digitale, concentrazione in poche mani di ricchezza e potere e dinamiche autoritarie, come può rigenerarsi la democrazia?

Tra i relatori c’è Juan Carlos De Martin, professore di ingegneria informatica al Politecnico di Torino.

«Anche solo limitandoci agli smartphone, osserviamo da una parte che ormai più di metà dell’umanità lo usa varie ore al giorno, e dall’altra che per la prima volta nella storia siamo di fatto obbligati a possedere una specifica macchina, altrimenti diventa molto difficile vivere».

«Negli Stati Uniti e in Europa questo processo è stato portato avanti in maniera fortemente centralizzata e verticale. Oggi una manciata di aziende statunitensi tiene le redini delle tecnologie informatiche, al punto che si parla ormai apertamente di colonialismo digitale degli Usa sull’Europa: basti pensare al duopolio di Apple e Google sui sistemi operativi degli smartphone, o ai social media americani».

«Per qualunque entità, pubblica o privata, ci sono tre infrastrutture sulle quali è essenziale mantenere il controllo: le infrastrutture di trasmissione delle informazioni, quelle di archiviazione delle informazioni e quelle di elaborazione delle informazioni. Se non si ha il pieno controllo, anche fisico, su queste infrastrutture, non si può essere indipendenti. Eppure, negli ultimi trent’anni, i governanti europei hanno incredibilmente rinunciato a controllarle, diventando dipendenti da grandi imprese statunitensi: se improvvisamente una Big Tech decidesse di spegnere un “interruttore”, potrebbero venir meno pezzi importantissimi per il funzionamento dei nostri Paesi, come il servizio di posta elettronica».

«Con il Digital Service Act e il Digital Market Act l’UE ha provato ad arginare il potere della Silicon Valley, ma queste norme sono state criticate sia dagli Stati Uniti, che le hanno interpretate come un’indebita ingerenza, sia internamente all’Europa, dove alcuni aspetti, soprattutto del Digital Service Act, fanno temere limitazioni alla libertà di espressione».

«A partire da una cinquantina d’anni fa, Stati Uniti e Europa hanno trovato economicamente conveniente, anche se strategicamente miope, delegare alla Cina l’estrazione e la lavorazione delle materie prime, attività complesse, inquinanti e costose. Alcuni investitori in Occidente si sono arricchiti moltissimo sfruttando i lavoratori a basso costo cinesi, ma nel frattempo Pechino, in maniera lungimirante, ha portato avanti una strategia di acquisizione di know-how, di crescita e di sviluppo economico di cui oggi raccoglie i risultati».

«[In Europa] possiamo e dobbiamo continuare a produrre cultura, pensiero, arte, ricerca, valorizzando le diversità di lingua e di cultura che abbiamo. Saremmo anche perfettamente in grado di continuare a produrre alta tecnologia per fini pacifici, se solo si investisse adeguatamente in ricerca e sviluppo, oltre che in istruzione. Ciò però richiederebbe di interrompere una dinamica trentennale di austerità, deflazione salariale e scarsi investimenti, sia pubblici sia privati».

L'articolo completo si può leggere qui: https://www.tpi.it/politica/big-tech-minaccia-per-democrazia-intervista-prof-juan-de-martin-202512191212216/.

@politica #genova #europa #bigtech

 

«Le piccole schermaglie che oggi possono esserci tra amministratori di istanza o tra sviluppatori di piattaforme federate, verranno ricordate come piccole liti condominiali, mentre là fuori c'è chi è pronto a spararci con i missili, con articoli di giornale pieni di accuse e falsità, con campagne di disinformazione verso l'anarchia del Fediverso e la sua presunta mancanza di controllo e moderazione, anche se sappiamo bene che la realtà racconta esattamente il contrario».
@macfranc https://citiverse.it/post/473

@fediverso #fediverso

2
Da El Pais. (poliversity.it)
submitted 2 weeks ago* (last edited 2 weeks ago) by Trames@poliversity.it to c/politica@feddit.it
 

Da El Pais.

Se l'IA sostituisce i lavoratori, dovrebbe pagare anche le tasse?

La corsa tecnologica tra i giganti del settore e l’ondata di licenziamenti da loro annunciata hanno riacceso il dibattito sull’opportunità di tassare l’automazione

Daniel Waldenström, professore allo Stockholm Institute for Industrial Economics, respinge l'idea di una tassa specifica sull'intelligenza artificiale, sostenendo che non si è registrato alcun aumento significativo della disoccupazione, nemmeno negli Stati Uniti, culla di queste nuove tecnologie e leader nella loro implementazione. Sottolinea inoltre la difficoltà nel definirlo con precisione: “Cosa sono l'automazione, i robot o l'intelligenza artificiale? Un chip, una macchina umanoide, un'applicazione o un programma per computer? Non saremo mai in grado di definirlo con precisione. Dovremmo continuare a tassare ciò che già esiste: reddito da lavoro, consumi e plusvalenze.”

Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) si è unito al dibattito. In un rapporto pubblicato la scorsa estate, gli economisti dell'organizzazione sono giunti a conclusioni contrastanti: non hanno raccomandato di tassare specificamente l'intelligenza artificiale — poiché ciò potrebbe soffocare la produttività e distorcere il mercato — ma hanno esortato i governi a rimanere vigili contro potenziali scenari dirompenti. Le loro proposte includevano l’aumento delle tasse sul capitale — che sono diminuite con l’aumento del carico fiscale sul lavoro — la creazione di un’imposta supplementare sugli utili aziendali “eccessivi” e la revisione degli incentivi fiscali per l’innovazione, i brevetti e altri beni immateriali che, pur aumentando la produttività, può anche sostituire i posti di lavoro umani.

Carl Frey, professore associato di intelligenza artificiale e lavoro all'Università di Oxford e autore del libro How Progress Ends (Princeton University Press, 2025), ha un punto di vista simile: non sostiene una tassa sull’intelligenza artificiale, ma riconosce che il sistema fiscale è diventato sbilanciato. “In molte economie dell'OCSE abbiamo assistito a un aumento delle imposte sul reddito e a una diminuzione delle imposte sul capitale”, osserva. Questo sistema incentiva le aziende a investire di più nell'automazione che nelle tecnologie che creano posti di lavoro. “Affrontare questo squilibrio è essenziale per sostenere le tecnologie che creeranno posti di lavoro del futuro.”

Susanne Bieller, segretaria generale della International Federation of Robotics, sostiene che l'applicazione di tasse ad hoc deriva da “un problema che non esiste,” poiché l'automazione e i robot “creano nuovi posti di lavoro aumentando la produttività.” Avverte che tassare gli strumenti di produzione anziché i profitti aziendali “avrebbe un impatto negativo” sulla competitività e sull'occupazione.

Oltre all’occupazione, destano preoccupazione l’impennata della spesa delle principali aziende tecnologiche per l’intelligenza artificiale e l’aumento dei prezzi delle loro azioni sollevando timori di una bolla. Gli analisti avvertono inoltre che il consumo energetico di queste tecnologie è così elevato che la loro impronta climatica potrebbe compensare i benefici di crescita promessi.

L'articolo completo si può leggere qui: https://english.elpais.com/technology/2025-11-30/if-ai-replaces-workers-should-it-also-pay-taxes.html.

@politica

2
submitted 3 weeks ago* (last edited 3 weeks ago) by Trames@poliversity.it to c/news@feddit.it
 

Sempre dalla parte sbagliata.

«Rai, 'confermata la partecipazione all'Eurovision a Vienna': "Abbiamo sostenuto la presenza di Israele"».

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/12/05/rai-confermata-la-partecipazione-alleurovision-a-vienna/_21d7d303-d1b0-4df4-aede-31b1e6fa3279.html

@news

 

Due flaconi di acido versati addosso alla ex, un'aggressione - messa in atto nel suo salone di parrucchiera per donne - annunciata già giorni prima. Ma per il giudice di Verbania non è stato un tentativo di deformazione o sfregio permanente del viso. Il liquido utilizzato, contenente acido cloridrico al 6,5%, era «inidoneo» a provocare «in concreto» il danno, perché nel locale era «possibile risciacquare immediatamente la cute colpita senza attendere i circa 15 minuti necessari per la cristallizzazione della lesione».

https://www.ilsole24ore.com/art/acido-ex-ma-non-era-tentativo-sfregio-perche-poteva-lavarsi-AIMfLuG

@news

1
Da Il Post. (poliversity.it)
submitted 4 weeks ago* (last edited 4 weeks ago) by Trames@poliversity.it to c/news@feddit.it
 

Da Il Post.

Il governo indiano ha ordinato alle aziende produttrici di telefoni di installare su tutti i nuovi smartphone che saranno venduti nel paese un’applicazione prodotta dallo stato che monitorerà alcune funzioni dei dispositivi.

L’app ha autorizzazioni per fare chiamate, inviare messaggi, accedere al registro delle chiamate e dei messaggi, alle foto, ai file, e anche alla fotocamera del telefono.

Secondo l’ordine del governo ai produttori di telefoni, inviato la settimana scorsa ma rivelato solo il primo dicembre, l’app non deve poter essere disabilitata o limitata.

Per via delle crescenti critiche il ministro per le Comunicazioni Jyotiraditya Scindia ha poi detto che chi non vuole l’applicazione la può disinstallare in ogni momento, senza però spiegare come.

I produttori hanno 90 giorni di tempo per rispettare questa norma, e dovranno aggiungere l’app nei telefoni già prodotti ma non ancora venduti.

La norma va contro gli standard della maggior parte dei produttori di smartphone, che basano molta della loro affidabilità sulla riservatezza e sulla protezione dei dati degli utenti.

Secondo quanto riferito da fonti anonime a Reuters l'azienda Apple non intende rispettare questo nuovo obbligo.

L'articolo completo si può leggere qui: https://www.ilpost.it/2025/12/02/india-app-smartphone-controllo/.

@news #india

[–] Trames@poliversity.it 1 points 1 month ago (1 children)

@macfranc
Grazie della spiegazione.

Il mio account proviene originariamente proprio da LivelloSegreto, a cui arrivando da Twitter mi ero iscritto equivocandone il tema. LivelloSegreto è un'ottima istanza ma converrai con me sul fatto che abbia molto senso che noi utenti di Poliversity siamo più interessati a seguire gli account di Flipboard. 😉

@fediverso

[–] Trames@poliversity.it 1 points 1 month ago (3 children)

@macfranc
Spiegaci il significato di questi numeri.
130561 sono i nuovi toot da parte di utenti di mastodon.social dal 25 ottobre in poi con i quali Poliversity.it sia "entrata in contatto?
@fediverso

[–] Trames@poliversity.it 1 points 1 month ago* (last edited 1 month ago)

@luca @Ingordi_Channel @informapirata @informatica
Dopo undici giorni ci ho trasferito in modo irreversibile account e dati e ho rottamato il vecchio apparecchio dopo averlo riportato alle impostazioni di fabbrica.
Se lo rivogliono mi pagano i danni che superano ampiamente il valore dell'apparecchio stesso.

 

Nell'informarci dobbiamo prestare molta attenzione.

@gubi https://sociale.network/@gubi/115554308749685141

#narrazioni @giornalismo

[–] Trames@poliversity.it 1 points 1 month ago* (last edited 1 month ago) (1 children)

@macfranc Grazie per essere sempre così sul pezzo; ma soprattutto per avere atteso una versione più stabile, «saltando» la 5.4.0.
Il permesso di citazione mi sembra una caratteristica molto meno essenziale rispetto a quanto pubblicizzato.
Al di là del recupero delle risposte, funzionalità interna che difficilmente verrà davvero rilevata dagli utenti, noto invece la possibilità di configurare la visibilità dei boost.
Dipende da Mastodon o è stata introdotta da Glitch, di cui — perdonami — non ho seguito l'evoluzione?
@fediverso

 

Artificial light pollution is increasing worldwide with pervasive effects on ecosystem structure and function, yet its influence on ecosystem metabolism remains largely unknown

https://www.nature.com/articles/s41558-025-02481-0

@scienza

 

«L’Irlanda ha nominato un’ex lobbista di Facebook nuova responsabile della protezione dei dati, cioè la persona che dovrebbe controllare l’operato delle Big Tech.

In Irlanda hanno sede tutte le multinazionali del settore tecnologico, che scelgono questa nazione per via della bassa tassazione e perché le autorità di controllo per anni si sono girate dall’altra parte.

Se le leggi europee in materia di privacy non si applicano alle Big Tech in Irlanda, allora non servono a proteggere nessuno in nessun paese d’Europa».

https://action.wemove.eu/sign/2025-11-dpc-ireland-petition-IT

@politica #irlanda

 

Il governo irlandese ha presentato un piano per costruire 300mila case contro la grave crisi abitativa del paese

https://www.ilpost.it/2025/11/13/irlanda-piano-crisi-abitativa-nuove-case/

@politica #irlanda

[–] Trames@poliversity.it 1 points 2 months ago

@judgyweevil In questo caso direi che non è così. Quella del preside è in realtà una carica istituzionale, la più alta con cui molti studenti della scuola stessa si siano mai relazionati in modo diretto. Un bravo preside ha ben presente il fatto che il suo ruolo nell'ambito di un'educazione alla corretta partecipazione civica sia fondamentale.

[–] Trames@poliversity.it 3 points 2 months ago* (last edited 2 months ago) (2 children)

@informapirata @aitech Preferirei, piuttosto, che al centro ci fosse l'incentivo a una sana coscienza critica. Negli ultimi giorni mi chiedo perché la coscienza critica si trovi non in politici ma in personaggi che, sebbene carismatici, sono cantanti e comici.

view more: next ›